Istituto Nazionale Tributaristi

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Andrea Mandelli

Le risposte dei Candidati al Parlamento alle domande dell’INT

Roma
  16-02-2018

Le risposte di Andrea Mandelli, candidato di Forza Italia alla Camera nel collegio uninominale Lombardia 1-05 (Monza) e capolista nel plurinominale Lombardia 1-01 Seregno – Monza e Gorgonzola.


d. Quale sarà il Suo impegno per la riduzione degli adempimenti burocratici che oggi gravano su cittadini, imprese e lavoratori autonomi, anche a causa di una P.A. non sempre pronta a fornire un adeguato supporto al contribuente?
r. Il primo impegno è quello di far sì che i professionisti esperti del settore possano contribuire a monte alla formazione delle leggi in materia fiscale anziché subirne a valle le peggiori conseguenze insieme ai cittadini. Si tratta, d'altra parte, di un lavoro che è già stato avviato da tempo, quando il Presidente Berlusconi, all'inizio della legislatura che si sta chiudendo, ha deciso di creare in Forza Italia un dipartimento ad hoc - che ho l'onore di guidare - per mantenere un'interlocuzione costante con il mondo delle professioni. Negli ultimi 5 anni abbiamo assistito a un processo costante di disintermediazione: i governi a guida Pd hanno ritenuto di scavalcare sistematicamente i corpi intermedi, ivi comprese dunque le associazioni di categoria, evitando di confrontarsi con chi è chiamato ad applicare concretamente le normative che vengono emanate. La conseguenza è stato un aumento esponenziale di adempimenti e una ulteriore complicazione sul fronte burocratico che si potevano evitare con un confronto più aperto.

d. Pensa che l’istituto dell’autocertificazione, con le relative responsabilità per chi certifica il falso, dovrebbe essere implementato, ad esempio anche per autocertificare i propri crediti d’imposta ai fini delle compensazioni?
r. Il tema dell'autocertificazione si inserisce nel più ampio dibattito sul rapporto tra il contribuente e lo Stato. Noi siamo convinti che questo rapporto debba essere basato sulla fiducia. Innanzitutto quella del cittadino verso la P.A., da costruire attraverso una decisa semplificazione burocratica e una altrettanto forte riduzione del peso delle tasse. E poi la fiducia della P.A. nei confronti del contribuente. Perché se il sistema viene percepito come più giusto ed equo, aumenterà anche la fedeltà fiscale del cittadino. Perciò sì, l'autocertificazione è senz'altro uno strumento che va implementato, soprattutto nell'ambito di una generale revisione dell'intero sistema. D'altra parte il Presidente Berlusconi ha annunciato l'intenzione di andare in questa direzione anche per l'avvio di nuove attività. Oggi la libera impresa in Italia è paralizzata da una serie infinita di permessi e autorizzazioni da attendere. Vogliamo fare in modo che chi intende aprire un'attività non debba più aspettare anni. Basterà dichiararne l'inizio, assumendosi la responsabilità di rispettare le leggi e i regolamenti: spetterà poi ai controlli che verranno svolti ex post verificare che tutto sia stato fatto a norma di legge. In caso di violazioni sarà dato un periodo di tempo per sanare le irregolarità e, qualora questo non dovesse accadere, scatteranno sanzioni che potranno arrivare fino alla chiusura dell'attività stessa. La ratio, dunque, è la medesima: semplificare per porre fine alla persecuzione dello Stato verso i cittadini e la loro volontà di lavorare, fare impresa e produrre ricchezza per tutto il Paese.

d. La difficoltà di comprensione e di applicazione delle norme in ambito fiscale, deriva anche dalla sovrapposizione di interventi legislativi che si susseguono senza soluzione di continuità. Non ritiene che, per una vera ed efficace riforma del settore, sia necessaria una tregua normativa?
r. La semplificazione del sistema fiscale è alla base del nostro programma di governo. La Flat tax, infatti, non è solo uno strumento di riduzione delle tasse ma è anche la strada per una rivoluzione che semplifichi drasticamente il sistema, consentendo ad esempio di giungere ad una dichiarazione dei redditi di una sola pagina che tutti siano in grado di compilare. Accanto a questo, non c'è dubbio che sia necessario ridurre lo stock normativo e contrastare quel continuo proliferare e sovrapporsi di leggi che peraltro rendono il nostro Paese molto poco attrattivo anche per gli investitori esteri. E' indispensabile anche che le leggi tornino a parlare in italiano, ossia che si esca dal linguaggio 'giuridichese' per far sì che le norme siano consultabili e immediatamente chiare a tutti. C'è anche una grande mole di normativa obsoleta che va superata. Insomma, il lavoro da fare è molto. Ma siamo convinti che la Flat tax sia il punto di partenza indispensabile affinché si possa dare una svolta.

d. L’utilizzo dei sistemi informatici può agevolare i contribuenti ed essere un efficace deterrente all’evasione fiscale, ritiene che il nostro Paese, le sue infrastrutture e le imprese, pensando soprattutto ad artigiani e commercianti, siano pronti ad una rivoluzione come quella che si prospetta con l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati (B2B) dal 2019?
r. Credo che la fatturazione elettronica sia uno degli esempi del modus operandi tenuto negli ultimi anni: si parte dalla coda anziché dalla testa. È lo stesso errore che è stato commesso con l'obbligo di utilizzo del pos e le relative sanzioni: anziché iniziare a ragionare su come ridurre, attraverso incentivi e sgravi, i costi di acquisto e gestione degli apparecchi e le commissioni bancarie, è stato introdotto direttamente un nuovo onere in capo alle attività e ai professionisti. E questo, peraltro, non è l'unico esempio. Nell'agosto del 2017, infatti, ho presentato un'interrogazione parlamentare per evidenziare le criticità derivanti dal nuovo obbligo di trasmettere telematicamente all'Agenzia delle entrate i dati di tutte le fatture emesse nel trimestre di riferimento e di quelle ricevute e registrate. Poche settimane prima del termine previsto per la trasmissione, infatti, le software houses non avevano ancora rilasciato gli aggiornamenti degli applicativi necessari all'adempimento, con il risultato che i professionisti e gli altri intermediari avrebbero avuto a disposizione poco più di 10 giorni lavorativi per implementare il nuovo software, formare il personale, svolgere i dovuti controlli ed effettuare l'adempimento. Il caso della fatturazione elettronica tra privati vale la stessa cosa: si impone un ricorso importante ai sistemi informatici, quando la stessa P.A. ha enormi ritardi nella sua digitalizzazione. Non siamo tutti esperti informatici e non si può imporre un cambiamento di questa portata senza prima creare le condizioni affinché tutti possano tenere il passo con le nuove regole. Altrimenti si rischia di creare solo nuovi costi, costringendo artigiani e commercianti a pagare risorse ad hoc per ottemperare alle nuove prescrizioni.

d. Qual è, secondo Lei, il primo intervento che il prossimo Parlamento dovrebbe attuare in tema di sburocratizzazione?
r. Sul fronte fiscale, abbiamo preso l'impegno di varare la Flat tax entro l'estate. Credo che questo sia il primo, indispensabile passo per porre mano a tutto il resto. E' necessario creare un cambiamento che sia anche culturale, di visione: solo rimettendo il cittadino al centro dello Stato potremo far sì che tutto il sistema della burocrazia funzioni in modo diverso. Per il contribuente e non contro di lui.