Istituto Nazionale Tributaristi

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Tommaso Nannicini

Le risposte dei Candidati al Parlamento alle domande dell’INT

Roma
  21-02-2018

Le risposte di Tommaso Nannicini, candidato del Partito Democratico come Capolista al Senato nel collegio plurinominale Lombardia 04 - Milano.


d. Quale sarà il Suo impegno per la riduzione degli adempimenti burocratici che oggi gravano su cittadini, imprese e lavoratori autonomi, anche a causa di una P.A. non sempre pronta a fornire un adeguato supporto al contribuente?
r. Nella legislatura appena conclusa sono state numerose le iniziative dirette a semplificare in via amministrativa il rapporto tra fisco e contribuente: gli interventi riguardanti Equitalia e la cosiddetta "rottamazione delle cartelle" sono andati in questa direzione e la stessa Agenzia delle Entrate è ora costantemente impegnata su questo fronte. Tra gli interventi normativi, impossibile non sottolineare una misura sistemica generale: si tratta della riconduzione ad un unico ufficio legislativo, quello del ministero dell'Economia e delle Finanze, di tutte le iniziative oggi frammentate tra i singoli ministeri competenti o anche tra diverse direzioni dello stesso Mef.

d. Pensa che l’istituto dell’autocertificazione, con le relative responsabilità per chi certifica il falso, dovrebbe essere implementato, ad esempio anche per autocertificare i propri crediti d’imposta ai fini delle compensazioni?
r. Può essere un'utile misura temporanea ma il modello di fisco per il quale intendo impegnarmi è un fisco che riconosca di sua iniziativa quanto spetta ai contribuenti, senza più chiedere certificazioni. Serve una rivoluzione fiscale che esoneri il maggior numero possibile di contribuenti da calcoli e conteggi, facendoli al loro posto. Possiamo superare persino il concetto stesso di dichiarazione e di altri adempimenti con un sistema moderno e integrato di banche dati, che consenta al fisco di liquidare le imposte anche per gli autonomi e proceda direttamente ai rimborsi, a partire dai dati trasmessi dai contribuenti o dai loro consulenti. È la direzione in cui si sta muovendo il fisco inglese e che dobbiamo fare nostra: making tax digital.

d. La difficoltà di comprensione e di applicazione delle norme in ambito fiscale, deriva anche dalla sovrapposizione di interventi legislativi che si susseguono senza soluzione di continuità. Non ritiene che, per una vera ed efficace riforma del settore, sia necessaria una tregua normativa?
r. Abbiamo inserito nel programma la proposta di concentrare tutte le misure tributarie in un solo atto annuale di accompagnamento alla legge di bilancio, come avviene ad esempio nei Paesi Bassi. Questo atto deve diventare parte di un piano tributario di legislatura, per dare certezza ai cittadini sull'evoluzione del sistema. Vogliamo riordinare le norme tributarie con un lavoro in cinque fasi: testi unici compilativi ex l.400/1988 redatti dal governo, revisione dei testi da parte del Parlamento per semplificare e riformare gli istituti, redazione di una legge tributaria generale con tutte le norme di procedura, consolidamento in un codice tributario e approvazione dello Statuto del contribuente come legge costituzionale.

d. L’utilizzo dei sistemi informatici può agevolare i contribuenti ed essere un efficace deterrente all’evasione fiscale, ritiene che il nostro Paese, le sue infrastrutture e le imprese, pensando soprattutto ad artigiani e commercianti, siano pronti ad una rivoluzione come quella che si prospetta con l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati (B2B) dal 2019?
r. Il nostro paese ha già affrontato una prima rivoluzione telematica fiscale alla fine degli anni Novanta, ponendosi all'avanguardia. Non siamo più stupidi di altri popoli, dobbiamo però essere altrettanto organizzati. La fatturazione elettronica può riuscire, ma a quattro condizioni: gradualità, perché nei paesi che già la usano estensivamente (il Sudamerica, ad esempio) non si è arrivati a quel risultato in un giorno; condivisione, perché solo coinvolgendo tutti gli operatori si possono evitare problemi applicativi; semplicità d'uso degli strumenti informatici; e contestuale cancellazione del maggior numero possibile di registrazioni contabili, adempimenti e scadenze, perché non si può semplicemente mettere un nuovo vestitino informatico a vecchie procedure.

d. Qual è, secondo Lei, il primo intervento che il prossimo Parlamento dovrebbe attuare in tema di sburocratizzazione?
r. Si tratta di un intervento che non riguarda esclusivamente l'Amministrazione fiscale e i suoi rapporti con il cittadino-contribuente ma tutta la pubblica Amministrazione, in rapporto a ogni cittadino-utente. Ed è il rispetto dei termini, senza alcuna possibile proroga amministrativa o legislativa, dei procedimenti amministrativi individuati per legge come data ultima per l'emanazione del relativo provvedimento finale (di accoglimento o diniego). In materia fiscale questo concerne in particolare gli atti ispettivi, di accertamento, riscossione e - primi fra tutti - di rimborso.