Gentile Presidente,
ho saputo dell'esistenza della professione di tributarista visitando per caso il sito dell'INT. Sono laureata in economia bancaria e sto svolgendo il secondo anno di tirocinio per diventare dottore commercialista nella convinzione che fosse l'unica strada percorribile per esercitare nell'ambito fiscale e contabile. Aspettando quella data che, per vari motivi , potrebbe anche non arrivare, vorrei accorciare i tempi e concludere qualcosa di concreto. Con un amico commercialista esperto contabile stiamo pensando di aprire uno studio insieme. Secondo il suo autorevole parere qual' è la scelta migliore da fare? Come dovremmo inquadrarci? Le sembra un'idea fattibile? Certa di un sollecito riscontro le auguro serene vacanze.
Dr.ssa C.
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Gentile Dr.ssa C.,
per svolgere l'attività di dottore commercialista l'unica strada percorribile è quella da lei intrapresa ovvero praticantato ed esame di stato, cosa ben diversa invece per quanto concerne l'attività di tributarista (consulente tributario) per cui non esiste un albo ed un ordine professionale.
Per prima cosa devo sottolinearle che l'attività di dottore commercialista prevede una serie di funzioni riservate che sono precluse al tributarista ( che non abbia specifiche e soggettive abilitazioni) quali a titolo esemplificativo: l'assistenza e la rappresentanza in contenzioso tributario (che può essere svolta anche dai tributaristi ma se iscritti nei ruoli tributi chiusi alla data del 30/9/1993), la consulenza del lavoro ( con i consulenti del lavoro e gli avvocati ex Lege 12/79), la revisione contabile ( il dottore commercialista che abbia svolto il tirocinio presso un professionista iscritto nel Registro Revisori viene iscritto su semplice domanda una volta superato l'esame di stato; il tributarista, in possesso dei titoli di studio previsti dalla legge, se vuole iscriversi al Registro deve svolgere praticantato presso un revisore e poi sostenere l'esame di abilitazione). Quindi l'iscrizione all'albo offre una maggiore operatività professionale. Detto ciò, voglio sottolineare che per svolgere l'attività di tributarista non è obbligatoria l'iscrizione all'Istituto Nazionale Tributaristi o ad altra associazione. Deve richiedere partita IVA con codice 692013 e sempre all'Agenzia delle Entrate richiedere l'abilitazione alla funzione di intermediario fiscale ( codice E10 ovvero soggetto che svolge abitualmente attività di consulenza fiscale) sul sito dell'INT il modulo per richiedere l'abilitazione http://www.tributaristi-int.it/memorandum/Intrichab.pdf , iscriversi al fondo previdenziale di gestione separata obbligatorio per i professionisti privi di cassa autonoma ed ovviamente rispettare gli obblighi fiscali e civilistici di un lavoratore autonomo ( il tributarista è soggetto agli obblighi antiriciclaggio al pari degli altri professionisti del settore contabile).
Detto ciò, solo poche righe per evidenziare il perchè un tributarista dovrebbe iscriversi all'INT, visto che dovrebbe rispettare delle regole statutarie che potrebbe evitare restandone, legittimamente, al di fuori. Per prima cosa sono convinto che l'iscrizione volontaria con l'obbligo del rispetto delle norme deontologiche, l'obbligo dell' aggiornamento professionale e l'obbligo di polizza assicurativa, costituisca un valore aggiunto nei confronti dell'utenza, e secondariamente l'INT offre una serie di servizi e convenzioni a cui , possono accedere solo gli iscritti ( convenzioni con l'Agenzia delle Entrate, Caf, Inps, Inail, Unioncamere, ecc.) ed una serie di strumenti di aggiornamento come l' e-mail di aggiornamento quotidiano e la rivista mensile Il Notiziario. Insomma una atto volontario che però dimostra una maggiore sensibilità verso l'attività e verso la propria utenza.
Concludo evidenziando che lei e il suo amico commercialista potreste utilizzare la società semplice come soggetto per operare congiuntamente, società a cui è preclusa l'attività commerciale ma non quella professionale, ovviamente con l'accortezza di svolgere solo le attività libere e non soggette a riserva, che invece potrebbe svolgere il socio-commercialista. Quindi una società tra professionisti ( uno iscritto in albo e l'altra no) che potrebbe svolgere tutte le attività collegate alla contabilità, alla consulenza fiscale e societaria, alla predisposizione ed invio dichiarazioni, al deposito atti presso registro imprese, ecc.
Spero di essere stato chiaro, però le consiglio di fornire un recapito telefonico in modo che la Segreteria possa contattarla e fornirle, in modo esaustivo, ogni chiarimento in merito alla eventuale iscrizione all'INT.
Nel frattempo, sperando di farle cosa gradita, farò inserire il suo indirizzo di posta elettronica nella mailing list dei tributaristi INT, che ricevono quotidianamente un aggiornamento tecnico-professionale INT-Seac e notizie circa convegni e giornate di studio e notizie sulla categoria.
Cordiali saluti.
Riccardo Alemanno
Presidente nazionale INT
p.s. serene vacanze anche a lei, sperando di poterla salutare nei prossimi mesi come una Collega tributarista INT
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