ISTITUTO NAZIONALE TRIBUTARISTI
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Il fatto del giorno
Intervista al Presidente dell'Istituto Nazionale Tributaristi,
Riccardo Alemanno, sul DDL risparmio.

Di Alice Cercone per miaeconomia.com

Trasparenza:
una questione di mentalità

(10/03/2005)

Sulla questione, il DDL risparmio introduce novità importanti ma un vero e proprio giro di vite non sarà possibile finché non cambierà l’atteggiamento dei protagonisti del sistema economico. Questa l’opinione del presidente dell’Istituto nazionale dei tributaristi, Riccardo Alemanno

 

Presidente, quanto ha pesato la mancanza di trasparenza nei recenti crack finanziari?
"E’ senza dubbio un problema fondamentale, ma non nasce certo adesso. Casi come quello di Parmalat sono serviti a dargli visibilità".

Fin ora si è proceduto soprattutto con codici di autodisciplina: dove hanno fallito?
"Il problema è che così si crea l’ennesima valanga di carta senza ottenere l’effetto desiderato: la tutela, cioè, dei soggetti più deboli e la garanzia di trasparenza. Anzi, si rischia una frammentazione controproducente".

Ma quali sono le difficoltà che un piccolo risparmiatore incontra nel reperire informazioni?
"Il problema non è quello di accedere alle informazioni ma controllare che siano corrette. Spesso, inoltre, si tratta di comunicazioni inaccessibili perchè scritte in termini tecnici che ne rendono difficile la comprensione. Solo intervenendo su questi aspetti si potrà restituire al mercato quella fiducia che è ormai venuta meno".

Cosa fa in questo senso il DDL?
"Un passaggio importante è il limite al cumulo degli incarichi di controllo delle società di revisione. In questo modo si ha una distribuzione più equa tra i professionisti del settore e il lavoro di ognuno diventa più efficace. A beneficiarne non sarà solo l’utente ma anche la società. Oggi si è portati a considerarli in contrapposizione ma il messaggio che deve filtrare è che obiettivi e benefici sono gli stessi. Ogni società, inoltre, non potrà offrire il suo servizio per più di sei anni: un modo per garantire quell’ indipendenza che, anche involontariamente, una sorta di confidenza potrebbe mettere in dubbio. E di sospetti, soprattutto ora, non ha bisogno nessuno".

Sarà poi la Consob a stabilire le caratteristiche a garanzia dell’indipendenza dei revisori...
"Anche questo è un aspetto positivo. Ma l’Authority avrà anche altri compiti: verificherà la reale autonomia delle società e stabilirà i compensi, impedendo così che la remunerazione sia uno strumento di negoziazione per ottenere giudizi più accomodanti".

Insomma, sul DDL ha un giudizio positivo?
"Potrebbe essere migliorato ma sicuramente non sono d’accordo con chi dice che è una legge da buttare. Ci sono delle questioni dibattute ma, a ben vedere, sono più di natura politica, come il mandato a vita del Governatore della Banca d’Italia. Gli aspetti più importanti sono di tipo tecnico, come la possibilità per i piccoli azionisti di eleggere propri rappresentanti all’interno del cda, e andrebbero diffusi. Un aiuto potrebbe arrivare dalle associazioni di categoria".

In che senso?
"Oltre a spiegare quello che di buono c’è nel DDL,  potrebbero avere un ruolo di coordinamento, visto che la maggior parte delle dinamiche di partecipazione previste per i soggetti più deboli sono di tipo aggregativo. Diventerebbero il punto di riferimento per soggetti che vogliono ottenere lo stesso risultato e, per farlo, devono per forza mettersi insieme. Comunque non si faranno mai reali passi avanti finché non cambierà la mentalità".

E’ questo l’aspetto principale?
"Certo, si continua a parlare di finanza etica ma direi che è arrivato il momento di invertire i termini e di inaugurare un’etica della finanza".

Alice Cercone