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COMUNICATO
Crisi economica e studi di settore: le proposte dell' INT alla riunione straordinaria della Commissione Centrale.
Roma, 04/11/2008
Il prossimo 6 novembre si riunirà in via straordinaria la Commissione centrale sugli studi settore, per valutare quali possano essere i correttivi da apportare per fare fronte alle problematiche provocate alle aziende e ai lavoratori autonomi dalla profonda crisi economica internazionale e nazionale in atto.
Secondo l'INT da apprezzare sicuramente l'iniziativa, ma con la consapevolezza che bisognerà porre in essere interventi fattibili che tengano conto delle esigenze di bilancio pubblico, esigenze che incidono inevitabilmente e direttamente sui bilanci di imprese e lavoratori autonomi, ad esempio il congelamento degli studi sarebbe dal punto di vista delle categorie un qualcosa di positivo ma da un punto di vista generale difficilmente realizzabile, inoltre da evitare per l'INT, in questa occasione, interventi solo su alcuni settori.
Pertanto per mitigare l'incidenza degli studi il Delegato dell'INT in Commissione, Giorgio Del Ghingaro, chiederà che siano maggiormente suddivise le aree territoriali in modo da tenere presente con più precisione la localizzazione delle imprese e che siano rivisti i parametri di incidenza del lavoro dipendente e del lavoro autonomo sugli studi. " In un periodo di crisi " sottolinea il Delegato INT " i costi di personale incidono in modo costante senza dare spesso risultati economici diretti, pertanto sarebbe giusto tenere presente tale situazione e ridurre l'incidenza dei parametri sul lavoro dipendente ed anche sul lavoro dei soci, coadiuvanti e titolari delle imprese ".
In ottica poi di interventi per sostenere la già scarsa liquidità delle aziende, che tra meno di un mese si troveranno a fare i conti con il secondo acconto dell'autotassazione, il Presidente dell'INT, Riccardo Alemanno, afferma: " Siamo favorevoli alla possibilità di rateizzare gli acconti del 30 novembre, come avviene per l'autotassazione del primi acconti, e naturalmente ad una loro riduzione , anche se questo lo riteniamo oggettivamente meno fattibile anche se auspicabile".
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