Istituto Nazionale Tributaristi

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Comunicato

CORTE DI CASSAZIONE SU DIVIETO DOPPIA IMPOSIZIONE CONTRIBUTIVA

Roma
  19-02-2010

Sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite su divieto doppia imposizione contributiva.
Il Presidente Alemanno, molto soddisfatto, è stato intervistato da Il Sole 24 Ore in merito alla suddetta sentenza:

- da una prima lettura della Sentenza della Corte di Cassazione ( importantissimo il fatto che sia a sezioni unite) si evidenzia l'indirizzo giurisprudenziale consolidato ovvero che anche in presenza di esercizio di attività per cui è prevista l'iscrizione nella gestione separata e contestualmente altro esercizio di attività, l'iscrizione obbligatoria previdenziale deve avvenire solo per l'attività prevalente.

- l'Inps con Comunicazione all'INT del 4/12/2007, da parte della Direzione Centrale delle Entrate Contributive, aveva evidenziato che prima di uniformarsi alla prima sentenza era necessario " un consolidato orientamento della giurisprudenza di merito". Da allora varie Sentenze di Cassazione Sezione lavoro 20886/2007 - 288/2008 - 4676/2008 - 8484/2008 hanno espresso tale principio, oggi a Sezioni Unite la Corte di Cassazione ribadisce tale indirizzo. Pare evidente che l'orientamento giurisprudenziale sia ormai più che consolidato.

- L'Istituto Nazionale Tributaristi dal 2007 ha perorato tale causa (incontri presso Inps e Ministero del Lavoro, incontri con Parlamentari), al fine di rendere applicativo il divieto di doppia contribuzione previdenziale anche per gli iscritti nella gestione separata dell'Inps ( quali i tributaristi che contestualmente operano anche quali soci di società di servizi ).

- Ultimo atto in tal senso un emendamento presentato alla legge Finanziaria per il 2010 presentato dall'On. Giuliano Cazzola (AC 2936) che purtroppo non è stato accolto per materia non di competenza della Legge Finanziaria, emendamento in cui si ribadivano gli stessi concetti della Cassazione.

- La prossima settimana contatterà la Direzione Centrale dell'Inps per richiedere quale comportamento sarà ora, alla luce di un evidente indirizzo giurisprudenziale, adottato dall'Ente Previdenziale.