Istituto Nazionale Tributaristi

Mafia a Milano

di

Mario Portanova, Giampiero Rossi, Franco Stefanoni
 

(Melampo Editore)
 

Dopo 15 anni dall'uscita del primo libro "Mafia a Milano" tre giornalisti ne ripropongo una nuova edizione aggiornata.

I pionieri sono gli Zagari, che dalla Piana di Gioia Tauro aprono la prima filiale della 'ndrangheta in Lombardia. Sbarcano poi a Milano negli anni del boom economico i gangster italoamericani al seguito di Joe Adonis; arrivano anche i Corleonesi di Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano. Ma siciliani e calabresi non sono i soli a occupare il territorio: sempre più numerosi e disinvolti, anche boss e picciotti campani e pugliesi si muovono nelle strade e negli uffici della capitale economica e "morale". Sono gli anni degli scontri tra cosche rivali e della gestione delle bische clandestine e dei night club; delle estorsioni e del traffico di preziosi. Fino alla stagione dei sequestri di persona, che frutta quei capitali reinvestiti e moltiplicati nel grande traffico di droga degli anni Ottanta e Novanta. Mezzo secolo dopo l'arrivo dei primi clan, Milano scopre di non aver saputo respingere l'invasione mafiosa. Anzi, le cronache si affollano oggi di nomi della seconda o addirittura della terza generazione di certe famiglie, sempre quelle, che nel frattempo hanno colonizzato in silenzio anche l'hinterland, la Brianza, il comasco, il varesotto. Non solo. Hanno messo le mani sull'economia "pulita", infiltrandosi nei cantieri edili, nelle lottizzazioni immobiliari, nelle cooperative di servizi, nei bar, nei ristoranti, nelle cliniche. Espandendo così i loro business e il potere grazie a un patto federativo di sangue; ma soprattutto con la compiacenza di imprenditori e professionisti, amministratori e politici per nulla schizzinosi di fronte alle offerte d'amicizia (e di denaro) della criminalità organizzata.