Istituto Nazionale Tributaristi

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Carlo Fidanza

Le risposte dei Candidati al Parlamento alle domande dell’INT

Roma
  26-02-2018

Le risposte di Carlo Fidanza, candidato di Fratelli d’Italia nei collegi plurinominali Lombardia 1 - 03 Milano città, capolista Lombardia 1 - 04 provincia di Milano ovest (Rozzano-Abbiategrasso-Legnano).


d. Quale sarà il Suo impegno per la riduzione degli adempimenti burocratici che oggi gravano su cittadini, imprese e lavoratori autonomi, anche a causa di una P.A. non sempre pronta a fornire un adeguato supporto al contribuente?
r. Prima della riduzione degli adempimenti burocratici correi aggredire lo strumento oppressore del redditometro e degli accertamenti conseguenti.
Secondariamente trovo inaccettabile che per ricorrere contro un avviso di accertamento il contribuente debba pagare comunque un terzo della presunta imposta evasa: è come se uno accusato di un reato dovesse scontare, nel corso del processo penale, un terzo della pena massima applicabile.
Non possiamo continuare con un mentalità da sudditi verso lo Stato che, a fronte di diabolici strumenti induttivi determina quanto avrei presuntivamente evaso e mi obbliga comunque a pagare una quota della presunta evasione nelle more del contenzioso.
Contenzioso – e arrivo al terzo punto fondamentale – nel quale vige una sostanziale inversione dell’onere della prova. Abolire questo meccanismo processuale è fondamentale: chi mi accusa di evadere deve fornire la prova della mia presunta evasione.
Per venire al tema della domanda, secondo uno studio di CNA, oggi una piccola impresa individuale manifatturiera deve sottostare ogni anno a 22 adempimenti con un correlativo obbligo operativo di 70 scadenze. Su 365 giorni significa una scadenza ogni 5 giorni, su 230 giorni lavorativi significa una scadenza ogni 3 giorni. C’è da aggiungere altro er dire che è necessario un tavolo generale con tributaristi e commercialisti per liberare energie e risorse da dedicare alla crescita e no alla burocrazia?.

d. Pensa che l’istituto dell’autocertificazione, con le relative responsabilità per chi certifica il falso, dovrebbe essere implementato, ad esempio anche per autocertificare i propri crediti d’imposta ai fini delle compensazioni?
r. L’autocertificazione è per noi un modello di civiltà. Il contribuente dice il vero sino a prova contraria. È ora di smetterla con la presunzione di evasione a carico del contribuente che ha pochi margini di autocertificazione. Tutto deve poter essere autocertificato, salvo l’applicazione delle già esistenti norme penali in caso di false dichiarazioni.

d. La difficoltà di comprensione e di applicazione delle norme in ambito fiscale, deriva anche dalla sovrapposizione di interventi legislativi che si susseguono senza soluzione di continuità. Non ritiene che, per una vera ed efficace riforma del settore, sia necessaria una tregua normativa?
r. È ancora più necessario un testo unico, ma soprattutto privo di articoli composti da centinaia di commi con rimandi ad altre leggi. Abbiamo assistito ad un legislatore a singhiozzo, ad una giungla di commi e sottocommi di difficile lettura persino per i tributaristi... figuriamoci per gli operatori economici!
Si impone ormai un testo unico con articoli di pochi commi per avere chiarezza.

d. L’utilizzo dei sistemi informatici può agevolare i contribuenti ed essere un efficace deterrente all’evasione fiscale, ritiene che il nostro Paese, le sue infrastrutture e le imprese, pensando soprattutto ad artigiani e commercianti, siano pronti ad una rivoluzione come quella che si prospetta con l’obbligo della fatturazione elettronica tra privati (B2B) dal 2019?
r. Certamente l’utilizzo degli strumenti informatici aiuta, ma lo Stato deve prevedere modalità più snelle e assicurare i pagamenti entro 90 giorni: la fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione è uno strumento, non è la panacea di tutti i mali.
La fatturazione elettronica fra privati, viceversa, rischia di creare ulteriori ostacoli ai celeri e puntuali pagamenti, condizione essenziale per la crescita economica.

d. Qual è, secondo Lei, il primo intervento che il prossimo Parlamento dovrebbe attuare in tema di sburocratizzazione?
r. Eleggere lo Statuto del Contribuente a norma di rango costituzionale: in quella norma vi sono già una serie di tutele che però vengono quotidianamente perforate da norme di segno opposto ed in ogni caso disattese.